A volte mi chiedo se il gioco del calcio è un opinione, un'interpretazione racchiusa in un punto di vista, oppure se è uno sport facile, dove vince che fa un gol in più dell'avversario.
Sono convinto dell'ultima ipotesi nonostante colleghi addetti ai lavori ci propinano metodologie di allenamento straordinarie, si fa per dire, come se per dimagrire bastasse prendere una pillola al giorno o fare una dieta di sole banane.
Mi piace leggere libri che riguardano il calcio, cerco di prendere il buono da ogni proposta di allenamento, ma non perdo di vista le mie idee, quelle in cui credo fortemente.
Non amo le parole difficili e i contenuti di difficile comprensione, anche perchè chi legge deve capire, e qui nasce il primo aforisma, parla come mangi o non sarai capito.
In questo ventennio vissuto in mezzo ai campi di calcio ho capito che ognuno ha la propria idea, come è giusto che sia d'altronde, quale sia quella giusta o quella sbagliata non spetta a me stabilirlo. Posso solo difendere le mie tesi, su come vedo io questo sport e su come cerco di fare calcio:
Innanzitutto penso che gli allenatori più bravi devono lavorare con i piccoli, è nella fascia d'età 6-12 anni che si sviluppano tutte quelle capacità tecnico-coordinative e psico-cognitive che formano un giovane calciatore. Chi ha lavorato poco e male difficilmente diventerà un giocatore di calcio, anche perchè a 14 anni la tecnica di base deve essere già acquisita. Ma qui apro una parentesi, un giovane calciatore nato per giocare a calcio acquisisce una tecnica sopraffina anche giocando in mezzo alla strada prendendo a calci un pallone: non voglio fare nomi ma conosco la storia di un ragazzo del mio paese che oggi gioca in Serie A, beh, vi dico che fino a 14 anni giocava nelle piazzette del paese, ciò vuol dire che bisogna avere doti naturali per emergere in questo sport, ancor prima della scuola calcio o di qualsiasi preparazione tecnica.
Il massimo per un allenatore sarebbe quello di avere una squadra con talento e con una voglia matta di rincorrere un pallone, e ditemi quello che volete, la differenza la fanno i giocatori anche se nell'età giovanile l'allenatore recita un ruolo di grande importanza perchè è il vero punto di riferimento per tutta la squadra.
Gli allenamenti non devono avere niente di misterioso, tanta tecnica di base, tanti esercizi per il possesso palla, tanta psicocinetica e coordinazione, tanta intensità, tanta tecnica applicata e tante partitelle.
La tattica inizieremo a farla dai 12 anni in su, mentre lavoreremo sulle capacità condizionali a fine pubertà. Occhio però, non sono un maniaco della corsa, meglio 100 metri in 10 passaggi che 100 metri da solo.
Alla prossima. R.L.