venerdì 10 agosto 2012

TATTICAMENTE PARLANDO

In un circuito mondiale sempre più ampio, dove il calcio ha avuto un'evoluzione costante, si cerca di capire quali sono le metodologie più idonee per ottenere i migliori risultati o le migliori prestazioni.

Da un punto di vista strettamente personale ritengo che ogni allenatore di calcio debba avere idee proprie, il marchio di fabbrica è fondamentale, non si può lavorare con le idee degli altri anche se vincenti, anche perchè noi non siamo gli altri e non saremmo in grado di imitarli.

Ogni idea non è mai sbagliata, magari può essere proposta in un contesto sbagliato o mal compresa, ma guai ad accantonare la propria visione del calcio solo perchè non è vincente a breve termine.
Il calcio è uno Sport inventato tanti anni fa, eppure viene sviluppato sempre in maniera diversa, mi viene da pensare ai vari moduli di gioco utilizzati nel tempo, e ogni modulo con tante varianti e tante interpretazioni.
E' normale che bisogna fare delle suddivisioni, il calcio si divide in Scuola Calcio che va dai 5 ai 12 anni, un periodo dove bisogna formare il ragazzo a livello tecnico, coordinativo e cognitivo.
Si passa poi al Settore Giovanile che va dai 13/14 anni ai 18 dove bisogna lavorare su tattica individuale, tattica collettiva o di reparto, capacità condizioni come forza, resistenza, rapidità e flessibilità. E' un'età fondamentale, il bagaglio tecnico è in parte formato, bisogna individuare i ragazzi con maggiori qualità e lanciarli nel calcio che conta: carattere e personalità faranno la differenza.
Poi abbiamo il calcio dilettantistico che suddiviso in 2 categorie, dalla terza alla prima categoria è un calcio alla mano, praticato da calciatori che non hanno particolari doti tecniche e che giocano per divertimento, mentre dalla Promozione alla Serie D è un calcio ben giocato, dove si ammirano giocatori di buon livello, schemi di gioco collaudati e una buona organizzazione nelle 2 fasi, possesso e non possesso.
Dalla C2 in su entriamo nel professionismo dove si lavora nel miglior modo possibile.
Ricapitolando: Scuola Calcio, Settore Giovanile, Dilettantismo fino alla Prima Categoria, Dilettantismo fino alla Serie D, Professionismo.
Sul questo blog mi occupo spesso di esercitazioni di schemi tattici ben sapendo che sono adottabili dalla Promozione in su, questo non ci vieta di proporle anche nei giovani, anzi, bisogna educarli alla tattica anche dai 14 anni in su per inculcare loro una buona intesa con i compagni.
Io credo che quando si hanno in rosa giocatori con una buona caratura tecnica, sarà la tattica a fare la differenza.
Parlando di tattica potrei sintetizzare al massimo alcune mie idee: dopo aver valutato le reali potenzialità della mia squadra decido di puntare su una difesa a 3 o a 4. Se opto per la seconda soluzione parto dal presupposto che il centrocampo deve avere un regista difensivo, 2 ali d'attacco e un altro centrocampista che deve creare gioco in fase di possesso.
Non rinuncio mai alle 2 punte anche se una deve fare da raccordo tra centrocampo e attacco facendo sponde e favorendo l'inserimento dei 2 esterni d'attacco.
Nella costruzione di gioco il portatore di palla deve avere almeno 4 soluzioni: sostegno dietro, profondità, ampiezza, e un compagno vicino per fare l'1-2.
Vi è una costruzione di gioco bassa, partendo dalla difesa, che alta, scavalcando il centrocampo per la sponda delle punte che favoriscono gli inserimenti delle ali.
In fase difensiva la mia squadra deve attuare un pressing offensivo in modo da tenera alta la linea difensiva, inoltre i miei 4 difensori devono saper leggere il gioco e attuare l'elastico.
Saper cosa fare in campo è la cosa più importante, a volte vedo allenamenti dove non si lavora in regime situazionale. Ripetere più volte uno schema di gioco è indispensabile per la riuscita in partita dello stesso.
Considero molto importanti le palle inattive, i blocchi su un calcio d'angolo fanno la differenza.
Concludo dicendo che ho trovato allenatori o istruttori molto bravi ad insegnare la tecnica, difficilmente mi è capitato di vedere allenatori impreparati, al contrario, tatticamente c'è il vuoto.
E a certi livelli, è la tattica che fa la differenza, soprattutto nelle Prime Squadre, dove tecnicamente i calciatori sono tutti formati.

Rosario Ligato



Nessun commento:

Posta un commento