martedì 13 dicembre 2011

ALLA RICERCA DI UN MODULO


Torino 13 dicembre 2011 - Da circa 20 anni seguo quotidianamente diversi ambienti calcistici: locali, regionali, interregionali, nazionali e internazionali. Nell'ultimo decennio ho assistito ad una vera e proprio rivoluzione calcistica dal punto di vista strettamente tattico, i numeri hanno preso il posto della sostanza che questo sport deve esprimere.

Ogni giorno leggo sui giornali che un tecnico viene giudicato dal modulo che propone e non dal lavoro quotidiano che svolge sul rettangolo di gioco. A volte si pensa che basti giocare col 4 3 3 piuttosto che col 3 5 2 per vincere una partita.
Il concetto è poco chiaro soprattutto per chi vive il calcio dalle tribune di uno stadio, si dà troppo spazio alla fantasia, e forse si disconosce che i numeri funzionano meglio al gioco del lotto che al gioco del calcio.
Innanzitutto un risultato positivo è figlio di un mix di componenti, le 2 più importanti a livello individuale sono la qualità e lo spirito di sacrificio,  mentre a livello collettivo è importante avere un gruppo unito e compatto, senza queste componenti diventa davvero difficile raggiungere un risultato importante.
Senza la qualità individuale è impossibile esprimere un grande gioco di squadra, come vedete i numeri in questi fattori importanti non vengono mai menzionati.
Da come vedo io il calcio, le 2 fasi principali di una partita si distinguono in: quando hai tu la palla, e quando ce l'hanno gli avversari.
Nella prima situazione l'obiettivo e far gol, dunque si parte da un buon possesso palla per conquistare campo e andare velocemente alla conclusione, ben vengono le transizione, cioè il cosiddetto contropiede o ripartenza.
Quando la palla ce l'hanno gli avversari la mia squadra deve mettersi nelle condizioni di recuperarla prima possibile, l'obiettivo dunque è la riconquista in una zona di campo poco pericolosa, ma dato che il pressing asfissiante non è proponibile per 90 minuti, è lì che la squadra deve schierarsi in campo difendendo con tutti i suoi effettivi facendo le diagonali opportune al fine di coprire bene la porta amica.
Nel corso degli anni ho visto vincere squadre che facevano una grande fase difensiva, difendere non vuol dire schierare 6 difensori, bensì riconquistare il pallone  dopo averlo perso concedendo pochi spazi agli avversari.
Quando si dice che la più grande difesa è l'attacco si dice proprio la verità, per come vedo io il calcio gli attaccanti devono essere i primi a difendere in fase di non possesso, anche perchè difendere bassi significa andare incontro a situazioni di mischie e seconde palle che a lungo andare portano al gol avversario o ad un calcio di rigore.
Successivamente spiegherò in video come bisogna effettuare al meglio la fase difensiva partendo dagli attaccanti.
Io, contrariamente al titolo, sono alla ricerca della vittoria, il modulo lo lascio a qualcun'altro.


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