Ci siamo. E’ giunta l’ora tanto attesa, quasi una liberazione. La Salernitana è scomparsa dal panorama calcistico nazionale professionistico, grazie ad un unico responsabile: Antonio Lombardi. Neanche Aliberti seppe fare di peggio. Il Lodo Petrucci, allora consentì l’ingresso dalla porta di servizio della C1, oggi si è costretti a partire dalla Lega Nazionale Dilettanti di serie D. Un vero inferno.
In questo momento l’amarezza è tanta, non ce la sentiamo nemmeno di inveire contro l’artefice di questo dramma calcistico. L’unica nostra speranza adesso è la “Rinascita”. Non è la nuova denominazione della Salernitana che verrà, ma sarà di fatto l’ ancora di salvezza per le nostre domeniche. A Salerno non si può vivere senza calcio. Basta chiederlo ai 30mila della finale play-off con il Verona.
Ora la palla passa al sindaco. Spetta a lui trovare l’imprenditore (o la cordata) giusto per il campionato che andremo ad affrontare. Vogliamo sperare che questa volta la scelta sia più accurata rispetto a sei anni fa. Non si può sbagliare. E raccomandiamo al primo cittadino di andare a fondo ed indagare non solo sulla disponibilità economica del nuovo proprietario, ma indagare sui programmi societari e la loro possibile realizzazione. Nonché sui dirigenti che andranno a comporla.
Non vogliamo minestre riscaldate, fatta la dovuta eccezione per Nicola Salerno, che ancora una volta, dalle righe di questo giornale, ha voluto manifestare il suo affetto profondo per la maglia, la tifoseria e la città. Possiamo affermarlo con certezza, l’ex ds è quello che maggiormente ha lasciato un ottimo ricordo di sé e del suo lavoro. Faremo di tutto, se ci sarà un programma serio di ripartenza, per farlo tornare da noi.
La Salernitana non c’è più, ci sarà una Real Salerno o chissà cosa. Almeno per poco, ci auguriamo. Fino a che Lombardi, rendendosi conto di averla fatta grossa, non concederà tutti i diritti relativi ai beni immateriali acquistati due anni fa dalla Energy Power. Sarebbe il minimo…
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