venerdì 22 aprile 2011

Tanti auguri Reggina

Forza Reggina

Sono giorni speciali per la Reggina. E la rimonta subita in extremis a Torino lunedì sera non ha cancellato del tutto la magia di una serata piena di ricordi: ricordi di quel 13 giugno 1999,
il giorno della prima storica promozione in serie A ottenuta proprio su quel campo. Il tutto il primo giorno della settimana del venticinquesimo anniversario della rinascita amaranto, coinciso con l’avvento in società di Lillo Foti, prima come ad e poi come presidente dal 1991. Anniversario che verrà adeguatamente festeggiato questa sera contro il Novara con una maglia celebrativa (nella foto). Va detto comunque a scanso di equivoci che la Reggina Calcio è esistita e con dignità pure prima del 1986, potendo anche annoverare allenatori come Tommaso Maestrelli e calciatori come Franco Causio.


Ma il salto di qualità successivo è innegabile: in venticinque anni sono state giocate nove stagioni di serie A, di cui otto consecutive e solo sei di serie C1 ed a partire da quella promozione in B del 1987 nello spareggio contro la Virescit la storia ha riservato un’escalation irresistibile. Già, gli spareggi: croce e delizia di questi ultimi cinque lustri, da quello perso ai rigori contro la Cremonese che negò la serie A nel 1989 ai ragazzi di Nevio Scala a quello che valse la salvezza a Bergamo passando per la beffa contro il Verona.

I capitani storici del recente passato, da Sasso a Poli fino a Ciccio Cozza e Bonazzoli, si sono lasciati andare a ricordi e nostalgie: a tirare le fila ovviamente il presidentissimo, presente nella conferenza stampa che ha dato il via alle celebrazioni, ed in cui si è ovviamente parlato molto poco di Novara, nonostante la partita rivesta un’importanza primaria per il futuro prossimo della Reggina. “Mi manca il mio pubblico” ha dichiarato il presidente, che non è ancora riuscito a riempire il Granillo come ai bei tempi. Mancava anche un’altra persona, alla conferenza: Simone Giacchetta, il ds in carica, ma saperlo pronto a ricominciare presto a lavorare seppur tra mille difficoltà ancora esistenti è il regalo più bello per il popolo amaranto. Che ora può guardare anche al passato con orgoglio ma desideroso quanto prima di appuntarsi quella stelletta virtuale per i dieci campionati di massima serie, magari prima del centenario: la strada intrapresa, quella dei giovani, non è immediata ma porta lontano. Lontano come i ricordi, ma come un futuro sempre più vicino. Davide Martini

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