domenica 31 ottobre 2010
venerdì 22 ottobre 2010
martedì 19 ottobre 2010
sabato 16 ottobre 2010
giovedì 14 ottobre 2010
domenica 10 ottobre 2010
sabato 9 ottobre 2010
Ciao Gianfranco
www.mnews.it
Pochi secondi, pochi attimi, e la storia di un uomo si interrompe tragicamente dopo anni di sacrifici, sogni nel cassetto, speranze di un futuro migliore. Succede troppo volte ormai
Pochi secondi, pochi attimi, e la storia di un uomo si interrompe tragicamente dopo anni di sacrifici, sogni nel cassetto, speranze di un futuro migliore. Succede troppo volte ormai
di leggere sui giornali disgrazie una dietro l'altra. Ma la sensazione è che capiti sempre agli altri, e noi umili lettori a leggere e commentare le notizie, commenti sempre uguali per la verità: poverino, che disgrazia, che destino crudele, che dispiacere immenso. Pochi giorni e gli unici a rimanere nella sofferenza, nel dolore profondo sono solo i parenti, perchè, come si suol dire "la vita va avanti" e la gente prosegue il suo cammino, realtà triste, severa e rigida.
Per una famiglia, invece, perdere un figlio, un fratello, una sorella è una cosa straziante, dolorosa, che ti segna per tutta la vita. Fanno fatica anche le forze dell'ordine a comunicare una notizia del genere ai familiari della vittima, magari in piena notte, come se il destino volesse mettere il dito nella piaga.
La vita funziona così, prendere o lasciare. Ci chiediamo troppe volte, però, nel profondo del nostro cuore, che senso ha questa vita, perchè tanta sofferenza nel mondo, guerre a destra e a sinistra, malattie di ogni genere, e poi ancora: cattiveria, odio, criminalità, delinquenza. Sembra che siamo nati per portare una croce grande come quella portata da Gesù Cristo 2010 anni fa. Abbiamo la sensazione che tutto ci stia sfuggendo di mano, destinati a lottare giorno dopo giorno per una sopravvivenza che oggi giorno è sempre messa a repentaglio, d'altronde gli ostacoli sono infiniti e ci vuole davvero tanta fortuna per trovare il sentiero del quieto vivere.
Questa è la storia di Gianfranco Marfia, che stanotte ha perso la vita in un incidente stradale, andava verso Palermo con la sua Ducati Rossa.
Gianfranco era un 1° Caporal Maggiore dell'esercito, in servizio presso il 34° Gruppo Squadroni Aves "Toro", di Venaria Reale, un paesino alle porte di Torino. Sono stati i carabinieri della stazione di Venaria a dare la notizia al reparto di aviazione comandato dal Tenente Colonello Falessi Gianluca che da pochi giorni è subentrato al Colonnello Alberto Scafella.
In caserma si è sparsa subito la voce del terribile fatto, i colleghi sono piombati in profondo dolore, nessuno si aspettava una notizia così drammatica.
Il 34° Gruppo Squadroni di Venaria è un reparto di aviazione leggera dell'esercito italiano, tutti in caserma conoscevano Gianfranco, ragazzo umile, tranquillo, buono con tutti, partito dalla sua Palermo 8 anni fa per inseguire un sogno, transitare in servizio permanente e crearsi una propria famiglia, dei figli. Era soddisfatto di ciò che stava facendo, aveva un traguardo, un obiettivo da raggiungere, e lo stava per ottenere, a dicembre, infatti, sarebbe transitato in servizio permanente.
Gianfranco aveva l''hobby del calcio, da giovanissimo aveva militato in una squadra professionistica, ma poi scelse il lavoro e si arruolò nell'esercito con tanti sogni nel cassetto e tante speranze. Io ho avuto la fortuna di conoscere Gianfranco e condividere insieme a lui 5 anni di vita lavorativa, Gianfranco era soprattutto un amico, sempre disponibile, sempre calmo ed educato. La notizia di stamattina mi ha sconvolto, perdere un amico è un colpo al cuore. Mi auguro che in questo momento, Gianfranco riposi in un mondo migliore di questo, un mondo spietato e crudele che non guarda in faccia nessuno.
Tutti i militari e i civili che prestano servizio al 34° Gruppo Squadroni Aves "Toro" esprimono il loro cordoglio per la prematura scomparsa del 1° Caporal Maggiore Gianfranco Marfia, amico di tutti.
La dinamica dell'incidente è al vaglio della polizia municipale: per cause ancora da accertare al km 2.200 della statale Palermo Sciacca Gianfranco è stato sbalzato dalla moto. Il mezzo da un lato sul guard rail, il corpo di Gianfranco Marfia di 33 anni residente ad Altofonte al centro della carreggiata. Il militare è stato travolto da due auto. Prima una Fiat Marea guidata da una giovane donna residente a Giacalone. Una seconda auto un Alfa Romeo grigia che lo ha travolto e trascinato per un centinaio di metri.
La donna si è fermata. La seconda auto guidata da un uomo si è prima accostata e poi è fuggita. I vigili urbani lo stanno cercando. Il corpo martoriato del motociclista è stato trasportato all’obitorio del cimitero dei Rotoli.
Ai familiari giunti sul posto non è stato concesso di vedere il corpo del loro caro. Il militare si trovava in licenza per pochi giorni in via Enrico Medi ad Altofonte nella casa del padre Giovanni, pensionato, della madre Nuccia e della sorella Maria Rosa.
“Oggi è il momento del cordoglio per l’ennesima vittima, ma è anche il momento per
chiedere, con forza, interventi urgenti per mettere in sicurezza un tratto di strada troppe volte luogo di morte e disgrazie”.
È un appello accorato quello che lancia Vincenzo Di Girolamo, sindaco di Altofonte, dopo la morte di Gianfranco Marfia in un incidente stradale lungo lo scorrimento veloce Palermo-Sciacca.
“Non spetta all’amministrazione comunale, che non ha competenze tecniche, indicare cosa fare – aggiunge il sindaco – ma è dovere della politica chiedere interventi. La morte di Gianfranco Marfia non può e non deve essere dimenticata fra pochi giorni. Non lo meritano i parenti a cui siamo vicini e tutti i cittadini che transitano lungo questo tratto dello scorrimento veloce che collega Altofonte a Palermo”.
Ciao Gianfranco, rimarrai indelebile nella mente e nel cuore di ognuno di noi. Gli amici del 34° Gruppo Squadroni Aves "Toro" di Venaria.
Rosario Ligato
L'Under 21 di Casiraghi piega la Bielorussia
RIETI 9 Ottobre 2010- La giovane Italia di Casiraghi supera la Bielorussia per 2 a 0 nell'andata dei play off dell'Europeo under 21. Lo stadio " Centro d'Italia" di Rieti per l'occasione è vestito a festa. 10 mila spettatori assiepano gli spalti con bandiere tricolori al seguito.
L'inno nazionale è suonato dalla banda musicale del Corpo Forestale dello Stato.
La partita è troppo importante, si gioca in casa, bisogna vincere e non subire reti in vista del ritorno. Casiraghi manda in campo una formazione molto equilibrata: Mannone in porta, difesa a 4 con De Silvestri, Bonuci, Ogbonna e Santon; a centrocampo giostrano da destra verso sinistra: Schelotto, Bolzoni, Poli e Fabbrini; le 2 punte sono Destro e Okaka.
Inizia bene l'Italia con Fabbrini che sulla sinistra semina scompiglio saltando sistematicamente il suo diretto avversario. Il portiere azzurro Mannone è ben protetto dalla coppia Bonucci-Ogbonna, superba la prova di quest'ultimo.
Al 30' l'Italia passa in vantaggio grazie a Destro che riceve un assist dal fenomenale Fabbrini e batte Hutar. La Bielorussia cerca la via del pareggio col suo uomo migliore, il centrocampista Sivakov, ma la difesa degli azzurrini non concede nulla.
Nel secondo tempo gli ospiti attaccano con maggior vigore, sfiorando il pareggio in diverse occasioni. Casiraghi abile stratega medita di cambiare qualcosa, e al 53' richiama in panchina Destro inserendo Marrone per rinforzare il centrocampo.
Anche Schelotto e Fabbrini ripiegano spesso in difesa per dare una mano ai compagni, la Bielorussia attacca a testa basta alla ricerca del gol.
Ma a segnare è l'Italia: al 62' arriva la rete di Okaka che di testa sfrutta un ottimo cross di Schelotto. Il pubblico si esalta e intona un coro spettacolare, Italia, Italia, Italia e tanti applausi.
Il 2 a 0 è un risultato perfetto in vista del ritorno: Casiraghi lo sa bene e manda in campo gente fresca per pressare su ogni pallone. Al 69' entra Mustacchio per Poli, mentre al 90' Rispoli sostituisce Fabbrini, davvero ottima la sua prova. Al triplice fischio del signor Koukoulakis il pubblico si alza in piedi per la standing ovation finale, questi ragazzi la meritano tutta, hanno fatto divertire i tifosi ma soprattutto hanno portato a casa un risultato davvero incoraggiante in vista del ritorno.
Italia-Bielorussia 2-0, andata dei play-off dell'Europeo under 21
RETE: 30' Destro (I), 62' Okaka (I)
ITALIA (4-4-2): Mannone 6; Santon 6,5, Ranocchia 7, Ogbonna 7,5, De Silvestri 6,5; Fabbrini 8 (90' Rispoli), Poli 6 (69' Mustacchio 6,5), Bolzoni 7, Schelotto 6,5; Okaka 6,5, Destro 6,5 (53' Marrone 6). A disposizione: Frison, Ariaudo, Borini, Macheda. CT: Casiraghi 7
BIELORUSSIA (4-2-3-1): Hutar, Veretilo, Filipenko, Politevich, Matveichyk; Sivakov, Drahun; Voronkov (64' Rekish), Yurchenko, Niakhaichyk; Skavish. A disposizione: Gomelko, Astraukh, Baha, Bukatin, Savastsyanau, Obrazau. CT: Kondratiev
ARBITRO:Koukoulakis (Grecia)
AMMONITI: Destro, De Silvestri, Schelotto, Fabbrini (I), Matveichyk (B)
Rosario Ligato
martedì 5 ottobre 2010
lunedì 4 ottobre 2010
Barça,una Cantera mondiale
di Maurizio Viscidi, Alessandro Pane e Massimo Lucchesi
La nostra visita a Barcellona non si è limitata all’osservazione della prima squadra (vedi “l’Allenatore” n. 1 del 2010), ma ha riguardato anche lo studio del settore giovanile. Per certi aspetti questa seconda parte ci pare più interessante della prima. Noi pensiamo che la Cantera del Barcellona sia una vera scuola di calcio nella quale, oltre alla qualità dei singoli, esistono una filosofia di gioco e un metodo di lavoro che sono condivisi dal Barcellona B fino ai più piccoli. Un modello che vale un mondiale, dato che la Spagna che ha vinto la sua prima Coppa del Mondo in Sudafrica si basava sul blocco del Barça, nato proprio nella Cantera Blaugrana.
Metodi e filosofia
Tutti gli atleti appartenenti al club catalano si allenano, come la prima squadra, nella Ciutat Esportiva Joan Gamper. Il complesso, che sorge a Sant Joan Despì, alla periferia di Barcellona, è stato inaugurato nel 2006 ed è veramente immenso. Al suo interno ci sono ben nove campi da calcio, alcuni in erba sintetica, altri in erba naturale. Alcuni, con tribune annesse, vengono utilizzati per ospitare gli incontri del settore giovanile. Oltre ai campi, la struttura è completata da un padiglione Multisport per gli allenamenti di basket, futsal, pallamano e via dicendo nonché dai padiglioni dedicati a uffici, palestre, sale mediche, ufficio stampa e tv ecc. Sempre all'interno della cittadella sportiva è in costruzione la nuova Masìa, ovvero l'enorme edificio che ospiterà gli atleti del club catalano, che attualmente
Una delle superfici in erba naturale della cittadella sportiva del Barcellona.
L'organigramma del settore giovanile del Barcellona
Per il Barcellona la differenza tra settore giovanile e prima squadra non è marcata come in Italia. Come anticipato, gli atleti della prima squadra e quelli del settore giovanile si allenano, seppur in orari diversi, all'interno della cittadella sportiva. Le gigantografie di Messi, Iniesta, Xavi, Puyol e di tutti gli altri campioni che si sono formati nella cantera blaugrana adornano le reti di recinzione dei vari impianti e, oltre a fungere da esempio e punto di riferimento. sembrano invitare i più giovani a ripeterne le gesta. Pep Guardiola conosce perfettamente i metodi di lavoro di lavoro del settore giovanile e insieme a Beguiristain (direttore generale al tempo della nostra visita, poi sostituito da Andoni Zubizarreta), Alexanco (responsabile della Cantera) e Capellas (responsabile tecnico della Cantera) forma una specie di “comitato centrale” che pilota il lavoro di tutto il settore giovanile.
Le squadre del Barcellona
Oltre alla prima squadra il Barcellona dispone della squadra B (Barcelona Atlètic) che disputa un campionato paragonabile alla Prima divisione italiana e dove giocano i migliori prodotti del vivaio, ma anche giocatori più anziani. La categoria Juvenil A è invece composta dai ragazzi del ’91 e del ’92, mentre alla categoria Juvenil B appartengono i nati nel ’92 e ’93. Sotto la Juvenil c'è la categoria Cadet A e B per i nati dal ’94 al ’95, la categoria Infantil A e B per i nati dal ’96 al ’97, Alevì A e B (’98 e ’99), Benjamì A e B (2000 e 2001) e Prebenjamì (2002). Ogni squadra ha un allenatore ed un vice.
Articolo completo (900 kb.)
Fino alla categoria Cadet c'è l'obbligo per ogni allenatore di far disputare almeno il 40% dei minuti di gioco a tutti i componenti della rosa. C'è poi un tecnico, Carlos Bueno, che si occupa della tecnica specifica e che lavora giornalmente con giocatori di diverse età, ma omogenei per ruolo. Le squadre effettuano dalle tre alle cinque sedute settimanali, oltre alla partita, a seconda della categoria e gli allenamenti vengono svolti dalle 17.30 alle 19 per ciò che concerne la categoria Juvenil e dalle 19 alle 20.30 dai Cadet in giù. Il team tecnico di ogni squadra è composto delle seguenti figure: allenatore, vice-allenatore, fisioterapista, magazziniere, dirigente accompagnatore.
Gli allenatori
Per essere allenatori del settore giovanile del Barcellona bisogna avere tre requisiti: formazione universitaria, essere stati giocatori di calcio ed avere particolari doti da un punto di vista tecnico ed educativo. Tutti gli allenatori fanno parte di una struttura tecnica che ha come riferimento i responsabili Albert Capellas ed Albert Banaiges. Il primo è il responsabile dalla categoria Barça B alla categoria Cadet A (nati nel ’94). Benaiges è invece responsabile dalla categoria Cadet B (nati nel ’95) fino ai Prebenjamì (2002). La metodologia di lavoro, i mezzi e gli obiettivi dell’allenamento sono predeterminati e ciò fa sì che i tecnici debbano attenersi al modello formativo del club.
La nostra visita a Barcellona non si è limitata all’osservazione della prima squadra (vedi “l’Allenatore” n. 1 del 2010), ma ha riguardato anche lo studio del settore giovanile. Per certi aspetti questa seconda parte ci pare più interessante della prima. Noi pensiamo che la Cantera del Barcellona sia una vera scuola di calcio nella quale, oltre alla qualità dei singoli, esistono una filosofia di gioco e un metodo di lavoro che sono condivisi dal Barcellona B fino ai più piccoli. Un modello che vale un mondiale, dato che la Spagna che ha vinto la sua prima Coppa del Mondo in Sudafrica si basava sul blocco del Barça, nato proprio nella Cantera Blaugrana.
Metodi e filosofia
Tutti gli atleti appartenenti al club catalano si allenano, come la prima squadra, nella Ciutat Esportiva Joan Gamper. Il complesso, che sorge a Sant Joan Despì, alla periferia di Barcellona, è stato inaugurato nel 2006 ed è veramente immenso. Al suo interno ci sono ben nove campi da calcio, alcuni in erba sintetica, altri in erba naturale. Alcuni, con tribune annesse, vengono utilizzati per ospitare gli incontri del settore giovanile. Oltre ai campi, la struttura è completata da un padiglione Multisport per gli allenamenti di basket, futsal, pallamano e via dicendo nonché dai padiglioni dedicati a uffici, palestre, sale mediche, ufficio stampa e tv ecc. Sempre all'interno della cittadella sportiva è in costruzione la nuova Masìa, ovvero l'enorme edificio che ospiterà gli atleti del club catalano, che attualmente
Una delle superfici in erba naturale della cittadella sportiva del Barcellona.
L'organigramma del settore giovanile del Barcellona
Per il Barcellona la differenza tra settore giovanile e prima squadra non è marcata come in Italia. Come anticipato, gli atleti della prima squadra e quelli del settore giovanile si allenano, seppur in orari diversi, all'interno della cittadella sportiva. Le gigantografie di Messi, Iniesta, Xavi, Puyol e di tutti gli altri campioni che si sono formati nella cantera blaugrana adornano le reti di recinzione dei vari impianti e, oltre a fungere da esempio e punto di riferimento. sembrano invitare i più giovani a ripeterne le gesta. Pep Guardiola conosce perfettamente i metodi di lavoro di lavoro del settore giovanile e insieme a Beguiristain (direttore generale al tempo della nostra visita, poi sostituito da Andoni Zubizarreta), Alexanco (responsabile della Cantera) e Capellas (responsabile tecnico della Cantera) forma una specie di “comitato centrale” che pilota il lavoro di tutto il settore giovanile.
Le squadre del Barcellona
Oltre alla prima squadra il Barcellona dispone della squadra B (Barcelona Atlètic) che disputa un campionato paragonabile alla Prima divisione italiana e dove giocano i migliori prodotti del vivaio, ma anche giocatori più anziani. La categoria Juvenil A è invece composta dai ragazzi del ’91 e del ’92, mentre alla categoria Juvenil B appartengono i nati nel ’92 e ’93. Sotto la Juvenil c'è la categoria Cadet A e B per i nati dal ’94 al ’95, la categoria Infantil A e B per i nati dal ’96 al ’97, Alevì A e B (’98 e ’99), Benjamì A e B (2000 e 2001) e Prebenjamì (2002). Ogni squadra ha un allenatore ed un vice.
Articolo completo (900 kb.)
Fino alla categoria Cadet c'è l'obbligo per ogni allenatore di far disputare almeno il 40% dei minuti di gioco a tutti i componenti della rosa. C'è poi un tecnico, Carlos Bueno, che si occupa della tecnica specifica e che lavora giornalmente con giocatori di diverse età, ma omogenei per ruolo. Le squadre effettuano dalle tre alle cinque sedute settimanali, oltre alla partita, a seconda della categoria e gli allenamenti vengono svolti dalle 17.30 alle 19 per ciò che concerne la categoria Juvenil e dalle 19 alle 20.30 dai Cadet in giù. Il team tecnico di ogni squadra è composto delle seguenti figure: allenatore, vice-allenatore, fisioterapista, magazziniere, dirigente accompagnatore.
Gli allenatori
Per essere allenatori del settore giovanile del Barcellona bisogna avere tre requisiti: formazione universitaria, essere stati giocatori di calcio ed avere particolari doti da un punto di vista tecnico ed educativo. Tutti gli allenatori fanno parte di una struttura tecnica che ha come riferimento i responsabili Albert Capellas ed Albert Banaiges. Il primo è il responsabile dalla categoria Barça B alla categoria Cadet A (nati nel ’94). Benaiges è invece responsabile dalla categoria Cadet B (nati nel ’95) fino ai Prebenjamì (2002). La metodologia di lavoro, i mezzi e gli obiettivi dell’allenamento sono predeterminati e ciò fa sì che i tecnici debbano attenersi al modello formativo del club.