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lunedì 14 giugno 2010

Reggina: è notte fonda
16.01.2010 22:37 di Rosario Ligato   articolo letto 414 volte
Il presidente facente funzioni, Lillo Foti
Il presidente facente funzioni, Lillo Foti
© foto di Federico De Luca
"Allegriaaa" Così esordiva Mike Bongiorno nelle sue trasmissioni. Noi, in ambito calcistico, nel nostro ambiente reggino, come potremmo esordire se non con la parola "tristezza". Si, stasera siamo molti tristi, è vero, è sempre una partita di calcio che non ha a che vedere con i veri problemi della vita, ma, molti hanno un solo modo per dimenticare certi problemi, le difficoltà che la vita stessa ci propone, ovvero, la passione per la nostra squadra del cuore: la Reggina.

Lillo Foti, al termine dell'incontro che ha visto la Reggina inchinarsi a sua maestà Cesena, ha detto di non avere la bacchetta magica e di non sapersi spiegare il perchè di quest'annata così disastrosa. Noi, dall'esterno, ci limitiamo a dire che:" puoi attaccare quanto vuoi, ma se alla prima azione avversaria ti becchi un gol per defezione della difesa, sei destinato a perdere sempre".

Stasera ci tocca commentare l'ennesima sconfitta, un "Granillo" espugnato per l'ennesima volta, in questa occasione è toccato al Cesena, un ottima squadra, per carità, ma che un anno fa giocava in prima divisione, e il suo miglior giocatore prende il nome di Bucchi, calciatore scartato da tutti.

Non solo il presidente Foti è incredulo e non riesce a capire come mai questo fallimento, anche i molti tifosi amaranto non si capacitano di questa situazione, sono delusi, affranti, tristi, avrebbero voluto un altro tipo di interpretazione in campo da parte di quei calciatori su cui la società amaranto aveva puntato. Calciatori con contratti onerosi, pesanti da sostenere per le casse di un ingenua società come la Reggina.

In campo, purtroppo, i nostri giocatori non mordono, si fanno dribblare come birilli da avversari sulla carta inferiori, nemmeno in serie A abbiamo visto questa netta differenza con le nostre rivali. Oggi, il Cesena, il Lecce, l'Empoli, l'Ancona, ci sembrano il Real Madrid. Difendere la categoria potrebbe diventare un impresa.

Una debacle venuta da lontano, mascherata da avvenimenti fortunosi che hanno nascosto i tanti errori commessi dalla società negli anni, non ultimo, un mercato fatto senza cognizione di causa, senza giudizio, col solo intento di pescare calciatori a 2 lire e rivenderli a 3. Ma non sempre le ciambelle riescono col buco, e il mercato estero si è rivelato un fallimento, lo stesso Foti ha riconosciuto questo errore.

Non approviamo nemmeno che una società di calcio di serie A ( all'epoca) possa condurre operazioni di mercato senza un vero personaggio addetto al settore, il presidente Foti negli anni, è diventato un presidente facente funzioni, pensando di riuscire a fare tutto da solo, e quando tutto è andato perso (con la retrocessione in B), ha ripiegato su Gabriele Martino, quest'ultimo non all'altezza di situazioni di ambito professionistico.

Tornando al presente, possiamo dire che, dopo l'ennesima figuraccia, Ivo Iaconi deve essere esonerato. Non è ammissibile che, in una partita intera, e dove la squadra è in difficoltà, il suo tecnico non cerchi quantomeno di far finta di sbraitare un pochino. Niente di tutto questo, Iaconi è al capolinea, l'effetto sperato dopo la sua chiamata si è dissolto dopo 12 partite. Urge un cambio immediato per non disperdere quel poco che abbiamo.

La squadra vista oggi, è la perfetta fotocopia di quella vista in tutte le partite precedenti. Buona partenza che dura non più di 20 minuti, ma che dopo il primo pugno va al tappeto e non si rialza più. Gli innesti di Tedesco e Fiorillo logicamente non possono risolvere quei problemi che sono più nella testa che nelle gambe, anche se, una difesa così, è degna solo di partecipare ad un campionato nazionale dilettanti. Serviranno quantomeno 3 difensori per poter affrontare una partita con tranquillità, 3 difensori per non far venire il dolore al cuore del tifoso che, con molta pazienza si accinge a vedere la partita in tv.

Siamo stanchi, delusi dal presidente e dai giocatori. Il primo per non aver saputo creare un progetto reale, vero, costruito su basi solide e non sulla sabbia come dimostrato in questi ultimi tempi; dai giocatori, perchè non hanno mai amato la maglia che indossano, perchè non si sono mai sacrificati per la causa reggina. Da questa situazione, escono a testa alta i tifosi, che stanno subendo tante umiliazioni e delusioni, ma che nonostante ciò, sono sempre presenti e senza mai risparmiare la voce e gridare "Forza Reggina".

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